“Complessità dell’arte, complessità della mente” è un seminario promosso dal Dipartimento degli Studi Umanistici dell’Università di Napoli “Federico II” presso l’Aula “Piovani” del Complesso di San Pietro Martire in Via Porta di Massa I. L’incontro è stato dedicato agli allievi del Corso di Laurea Magistrale in Management del Patrimonio Culturale (Cattedra di Educazione all’immagine) ma aperto a quanti intendevano approfondire l’argomento per motivi personali di ricerca.
Ha introdotto il Seminario la professoressa Francesca Marone, ricercatrice presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” (Dipartimento di Studi Umanistici), che insegna Pedagogia generale e sociale, Pedagogia delle relazioni familiari e Educazione all’immagine e che dirige il laboratorio interdisciplinare “Donne Genere e Formazione“, uno spazio di discussione e produzione di conoscenza secondo l’approccio della pedagogia critica femminista. Esso mira a motivare educatori e educatrici a sviluppare la coscienza sociale e promuovere il cambiamento nelle scuole e nelle organizzazioni in cui operano. “DGF” offre corsi di formazione e sviluppa progetti in contesti formali e non formali, si occupa di formazione dei formatori e promuove studi e ricerche mediante pubblicazioni.
“L’arte della psicoterapia e della psicologia nell’arte”, presentazione del libro
Un seminario aperto al dibattito, proseguito con la presentazione del libro di Luca Casadio, psicologo, psicoterapeuta e specialista in psicologia clinica: “L’arte della psicoterapia e della psicologia nell’arte” (Mimesis, 2015).
Il libro intende approfondire le relazioni tra l’arte e la psicoterapia, esplorando entrambe le direzioni. Anni fa, Wilfred Bion, famoso psicoanalista anglo-indiano, voleva raccogliere un libro di poesie ad uso degli psicoanalisti, sicuro che la lettura delle opere poetiche e dell’arte in generale rappresentasse un bagaglio necessario per ogni terapeuta. Questo volume raccoglie la provocazione di Bion, proponendo diverse riflessioni su romanzi, su opere fotografiche, su quadri, ma anche su film e performance di teatro-danza. L’obiettivo è quello di comprendere l’effetto estetico e, allo stesso tempo, definire alcuni aspetti narrativi della mente su cui impostare un approccio terapeutico. Per fare questo sono stati discussi modelli e teorie provenienti da diverse tradizioni teoriche e cliniche, come la psicoanalisi, l’ottica sistemica, la fenomenologia e le neuroscienze.
La presentazione è stata accompagnata da un’esposizione di quadri di Edward Hopper e di fotografie di Jean Gaumy, attraverso le slide proiettate in aula “Piovani”, alle quali è seguito il commento dell’autore Luca Casadio e dei partecipanti al dibattito.