L’ultimo giorno di Charlie

by Matilde Donnarumma
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great ormond charlie gard

“L’ospedale di Great Ormond Street ci ha negato il desiderio di decidere dove far morire il nostro bambino”. Lo avevano dichiarato i genitori, dopo che il giudice Justice Francis aveva deciso il trasferimento in un hospice per malati terminali dove sarebbe stato staccato il sistema di ventilazione per tenerlo in vita.

Charlie Gard è morto, il 28 luglio, subito dopo essere stato trasferito all’hospice dove è stata subito staccata la spina del suo respiratore, il suo sostegno alla vita. Ai suoi genitori, Chris Gard e Connie Yates, era stato negato anche il loro “desiderio” di trascorrere le ultime ore a casa col loro piccolo, e dopo questo, è stato negato loro anche il loro “ultimo desiderio”: quello di trascorrere almeno qualche ora con Charlie in un’altra struttura medica.

Era questo l’ultimo desiderio dei genitori Chris Gard e Connie Yates, avevano chiesto più tempo con il figlio dopo essere stato trasferito dall’Ospedale di Great Ormond Street, ma il giudice dell’Alta Corte, il sig. Justice Francis, ha deciso che i medici dovevano smettere di fornire il trattamento subito dopo l’arrivo di Charlie presso l’hospice per malati terminali.

Un ordine emesso dal tribunale di giovedì e preparato dal giudice che ha stabilito accordi per le ore finali: “Charlie sarebbe stato portato alla morte nel più breve periodo possibile”.

Connie Yates ha detto: “Il nostro bellissimo bambino è andato, siamo così orgogliosi di te, Charlie”.

Charlie avrebbe compiuto il suo primo compleanno il 4 agosto.

“Vogliamo solo un po’ di tempo da vivere in pace con nostro figlio – nessun ospedale, nessun avvocato, nessun tribunale, nessun media – solo un po’ di tempo di qualità con Charlie lontano da tutto per salutarlo in modo più affettuoso”.

“Sono scioccata che dopo tutto quello che abbiamo passato, non ci permettano un po’ di tempo in più”.

Papa Francesco in un tweet commenta: “Affido al Padre il piccolo Charlie e prego per i genitori e le persone che gli hanno voluto bene”.

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