A prolungare la permanenza dei pontili sulle acque del Lago d’Iseo non se ne parla proprio: i Floating Piers dell’artista bulgaro Christo verranno smontati nelle prossime ore. Il bilancio è esaltante. In sedici giorni, si stimano almeno 1 milione e mezzo di visitatori.
I numeri sono stati record, l’affluenza a Sulzano spesso difficilmente gestibile. L’opera, che ha permesso ai visitatori di camminare sull’acqua del lago lombardo, ha fatto molto parlare di sé. Non sono mancate critiche e momenti di tensione, ma in conclusione si può parlare di grande successo.
Le operazioni di smontaggio si protrarranno per diversi giorni. Oggi sono stati smontati i primi metri per rendere l’opera inaccessibile. L’accesso alla stessa, per tutta la durata dell’esposizione, è stato libero per volere dello stesso artista. Christo ha imposto, inoltre, la natura provvisoria dell’opera.
(foto: Manuela Scorza)
COSA SONO I FLOATING PIERS
70mila metri quadrati di tessuto giallo sostenuti da un sistema modulare di pontili galleggianti hanno permesso ai visitatori (come suggeriva lo stesso Christo “a piedi nudi”) di passeggiare a fior d’acqua su un percorso articolato su circa 4 chilometri e mezzo (fonte: portale turismo del Lago d’Iseo). Un “viaggio verso il nulla”, lo definisce compiaciuto lo stesso artista.
CRISTO SUI FLOATING PIERS
L’opera di Christo, la passeggiata sulle acque… insomma, il rimando biblico non era difficile da cogliere. Qualcuno ha provato a scherzarci su, come dimostra questo video.
LA PROTESTA AMBIENTALISTA E LE CRITICHE DI SGARBI
Negli ultimi giorni di esposizione, un attivista ambientalista di origini cremonesi ha voluto compiere un gesto eclatante in segno di protesta. L’uomo si è totalmente spogliato e ha iniziato a correre nudo sui Piers. Nel video, pubblicato da Cremona Oggi sul suo canale YouTube, il manifestante spiega anche le sue ragioni.
Contro Christo si è scagliato anche il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi. Interpellato da Adnkronos, Sgarbi non lesina critiche: “Un’operazione masturbatoria” la definisce. “L’opera può essere anche interessante in sé – spiega – ma se non collega a niente del territorio dov’è, tanto valeva farla in Arizona“.