SENZATETTO: IL RACCONTO DI de LUCA E POLIZZI PER NAPOLINSIEME

by Lavinia Viscione
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Senzatetto. Homeless. Clochard. C’è chi vive per strada da poco, chi, invece, da oltre dieci anni. Le loro storie sono state raccolte e raccontate nel documentario “Napolinsieme: contro l’indifferenza“, proiettato ieri al cinema Modernissimo di Napoli.

Si finisce per strada per scelte sbagliate, perché si resta senza lavoro in un’età in cui è difficile ricollocarsi. Oppure perché in fuga dal proprio paese d’origine e senza alternativa nel posto in cui si arriva. A Napoli sono numeri sempre in crescita quelli delle persone che finiscono in strada. Il documentario, realizzato da Giampiero de Luca e Salvatore Polizzi, e prodotto dall’Associazione Pensare-Fare per l’associazione volontari Napolinsieme, racconta il modo in cui un gruppo di volontari, scende in strada per aiutarli.

Senzatetto: la macchina della solidarietà

“Il problema non sono i grandi pranzi un volta l’anno – dice uno dei volontari nel documentario – ma gli altri 364 giorni”. Napolinsieme è un’associazione nata nel dicembre 2014 dall’idea del presidente D’Amico di creare una rete per aiutare i senza tetto. Da quel momento, l’associazione, del tutto autofinanziata, è cresciuta coinvolgendo non solo cittadini, ma anche bar, pizzerie, negozi di barbiere della città.

Il martedì e il giovedì sera, i volontari escono per le strade della città distribuendo pasti preparati da loro, coperte raccolte tra parenti e conoscenti, offrendo assistenza medica, grazie al coinvolgimento di numerosi medici, in una gara di solidarietà che non si ferma, ma cresce.

“Non vogliamo sostituirci alle istituzioni – è il commento di D’Amico – lavoriamo a un progetto che possa rendere la società veramente inclusiva, capace sul serio di prendersi cura degli altri. Troppo spesso si parla soltanto, ma alle parole non seguono fatti”.

I volontari hanno attivato una rete che ha coinvolto numerosi esercizi commerciali: nei bar che hanno aderito all’iniziativa, con un coupon, i senzatetto possono prendere il caffè, andare a tagliare i capelli in uno dei saloni del centro. Soprattutto, una volta a settimana, possono andare a mangiare la pizza, tutti insieme, in uno dei locali del centro storico della città, in Calata Trinità Maggiore.

“La speranza – ha concluso D’Amico – è che ognuno possa portare il proprio granello di aiuto”. Così, per chi volesse dare una mano, ci si può recare nella sede dell’associazione in via Ninni e dare la propria disponibilità.

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