Di Syria D’Agostino
Dal 2004, il 17 maggio di ogni anno viene celebrata la Giornata mondiale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia promossa dall’Unione europea. Una data scelta per commemorare il giorno in cui l’omosessualità fu rimossa, su raccomandazione dell’Organizzazione mondiale della sanità, dalla lista delle malattie mentali, il 17 maggio del 1990.
Ad attivarsi per la giornata, il cui obiettivo è quello di prevenire e sensibilizzarare contro il fenomeno dell’omobitransfobia, con spettacoli, giochi, mostre e maratone. Eventi in programma in molte città italiane: Roma, Napoli, Siracusa, Pisa, Bari, Verona, Modena, Torino. La giornata viene, negli ultimi anni, sostenuta dalle Istituzioni locali e nazionali, cosi come spesso accade con il MIUR e su indicazioni del Presidente della Repubblica.
Negli ultimi anni è stato registrato un incremento di denunce di casi di violenza ai danni della LGBT Community. Il numero di denunce contate a Napoli sta raggiungendo i dati della capitale italiana. Questo potrebbe essere un segnale di un ritrovato coraggio verso la denuncia nel nostro Paese e potrebbe essere interpretato come dimostrazione che gay, bisessuali, trans, pansessuali e lesbiche non si sentono più costretti, come in passato, a nascondere il proprio orientamento sessuale.
Diverse sono le associazioni di volontari disposte a fornire un aiuto ai membri della LGBT community non accettati dalla loro famiglia o amici o, semplicemente, bisognosi di ascolto. Per esempio “i Ken” che ha aperto, a Napoli, una casa rifugio per i ragazzi della community presso la quale possono trovare assistenza.
Uno degli episodi più significativi di omotransfobia avvenuti nel corso del 2017 fino ad oggi, in Campania è quello del sindaco di Sorrento che ha vietato la celebrazione di un’unione civile gay in una proprietà del Comune.
I casi denunciati sono solo una piccola parte di tutta la violenza commessa contro la comunità LGBT.