Guagliu’, stiamo messi male.
Qua dobbiamo essere chiari: attacchiamo per partito preso o perché non capiamo il significato delle parole?
Nel primo caso, vabbè, e che vuoi dire. Chillo è ‘nu fatto ‘e principio, allora ci sta pure.
Nel secondo caso… no, non va bene.
Metti una Serracchiani che oggi ci svegliamo e decidiamo che è razzista.
“La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza”.
Embè, e che ha detto di strano?
No, non ha detto che se sei italiano puoi stuprare (così come la proposta di legge non dice che di notte puoi sparare ai ladri). Ha detto che se accogli qualcuno, e quello commette uno stupro (“un atto odioso e schifoso sempre”) allora ti viene che – ma vafancul – hai avuto bisogno, sei stato accolto, e vieni a fa’ l’omm ‘e mmerda qua?
Oh, ti viene, è normale. Si rompe il patto di fiducia tra chi vuole essere accolto e chi accoglie.
Tipo che si fottono il cellulare. Una cosa è quando se lo fotte uno a caso, un’altra è quando se lo fotte quell’amico tuo che viene spesso a mangiare a casa.
Voi ve lo ricordate Giulio Cesare, col tu quoque? Ecco, immaginatevi se Svetonio si fosse messo a fare la polemica sul fatto che oh, quello ha detto tu quoque, allora nun aggio capito, gli altri congiurati sì e Bruto no? Oh, guagliu’, allora qua uccidere Cesare è legale, basta che non sei Bruto! Ma fa’ che era razzista, Cesare? E invece no.
Evidentemente erano persone serie, i Romani.