LA VIOLENZA SULLE DONNE E “L’ALTRA UMANITÀ”

by Diletta Beatrix
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giornata violenza sulle donne

“Donna come l’acqua di mare, chi si bagna vuole anche il sole, chi la vuole per una notte, c’è chi invece la prende a botte”

… e ancora “Donna come un mazzo di fiori, quando è sola ti fanno fuori, donna cosa succerà quando a casa non tornerai”

… e ancora “Donna che non sente dolore quando il freddo gli arriva al cuore”.

Sono le parole di una canzone di Mia Martini, per anni tacciata di essere una che ‘portava sfiga’ e che probabilmente si sentiva violentata ogni volta che salendo su un palcoscenico il demente di turno ricorreva al gesto scaramantico del grattarsi le zone basse.

La violenza ha mille volti, mille suoni, ma, purtroppo, ancora poche parole. La solidarietà, la vicinanza, il sostegno alle donne vittime di violenza sono il minimo sindacale per l’intero genere umano, o almeno così dovrebbe essere. Poi ti guardi intorno e scopri che, al di là di quello che pensi e speri, esiste un’altra ‘umanità’.

Quella che a chi subisce violenza riesce a dire ‘se l’è meritato’, quella che ancora plaude all’essere che collezione donne come fossero monetine per sentirsi uomo, quella che alla donna a cui va male una relazione dice “che ti aspettavi, col carattere che hai, chissà che hai fatto per farti mollare”. Esempi infiniti, in cui ‘l’altra umanità’ si veste di superficialità, indossa ogni giorno un preconcetto, cammina con passo deciso sui tacchi del moralismo e va ad abbeverarsi alla sorgente della cattiveria gratuita.

Violenza, degli uomini sulle donne, delle donne sugli uomini, delle donne sulle donne, degli adulti con i piccoli, dei giovani sugli anziani. Eppure basterebbe poco, anche solo la saggezza popolare tanto bistrattata da noi ‘gente moderna’. Un detto popolare recita ‘Non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te”. Basterebbe tenerlo a mente, invece niente.

Un comandamento recita ‘Non rubare’. Qualcuno più saggio di me ha detto che quando offendi, menti, sparli non fai altro che rubare dignità. Quando racconti di quello che hai fatto con una donna per fare il figo, le rubi l’intimità. Quando mostri la foto sexy che ti ha inviato pensando che tanto non lo saprà mai, le rubi la possibilità di sapere quanto sei umanamente misero. E anche in questo caso, gli esempi potrebbero essere infiniti.

Violenza non è solo uno schiaffo che lascia i lividi addosso, l’acido che ti corrode pelle, anima e ossa, o il figlio perso per le botte prese. Violenza è tutto ciò che precede. E’ nel tentativo di chi si spaccia per quello che non è, è l’inganno scoperto che la porta a lasciarti, è il pensiero su cui rimugini quando la perdi e la rivuoi. Violenza è insegnare a tuo figlio che ha più possibilità di sua sorella a realizzare un sogno che magari è lo stesso. Violenza è nell’orgasmo che tu raggiungi e lei no perché non sai toccarle l’anima così aggrappato all’idea di migliorare la tua durata e le tue prestazioni. Violenza è dimenticare che le donne che incroci per qualche secondo o che ti camminano accanto sono qualcosa di più del trucco con cui mascherano le occhiaie, le rughe e quei difetti che non manchi di far notare.

Cara ‘altra umanità’, in questo momento, ti capita spesso di prevalere sul buonsenso, sull’universalmente giusto e sulla capacità di accogliere, ma attenta c’è un esercito di buoni sentimenti pronta a farti ricordare la bellezza che c’è in una rieducazione sentimentale per farti ‘guarire’, almeno nella giornata del 25 novembre, quella in cui tutti, vittime e carnefici dicono “No alla violenza sulle donne“.

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