Le donne del vino: Antonella Cantarutti, una vita in vigna

by Valeria Cristiano
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Antonella Cantarutti tra le donne del vino

Continua il nostro viaggio nell’imprenditoria femminile, dopo i nostri incontri con Elisabetta Rogai, Anna Maria Orsati Vitellozzi e Indra Kaffemainate. Dopo la Toscana andiamo al nord dove incontriamo Antonella Cantarutti, produttrice friulana e consigliera nazionale dell’Associazione delle Donne del Vino in quello che è il suo posto di lavoro ideale, le sue magnifiche vigne, la passione che è nel suo DNA. Figlia d’arte, e non a caso la cantina ha il nome di suo padre, Cantarutti Alfieri, e come si dice per un artista, Antonella nel suo lavoro è una artista…

Le nostre mani si muovono tra le foglie verdi, tra i tralci, le braccia  si uniscono ad altre per un immenso abbraccio, siamo sempre con il naso all’insù, a vedere se piove o se il tempo è bello, soffrendo per le annate difficili, ma si soffre anche per quelle buone, perché allora il risultato è nelle nostre mani…

 Antonella Cantarutti, si presenti e cominciamo dal suo ultimo successo:

“L’ultima notizia importante nel campo enologico, per presentarmi, è dire che sono una vignaiola, donna del vino – nel Consiglio Nazionale dell’Associazione delle Donne del Vino – e il  prestigioso riconoscimento al nostro Poema 2004 Colli Orientali del Friuli DOC, è stata la medaglia d’oro del Premio Sakura in Giappone, la più grande competizione enologica giapponese, una Associazione similare alla nostra delle Donne del Vino”.

Vitigno friuliano della Cantarutti Alfieri

Vitigno friuliano della Cantarutti Alfieri

Ci parli della sua azienda:

“Poema 2004, Colli Orientali del Friuli DOC  ma anche il nostro Merlot 2005, Sauvignon 2006 e Friulano (Tocai friulano) 2006, della linea d’eccellenza Terre di Rosazzo Scacco al Re. Questi sono gli ultimi nati in casa Cantarutti Alfieri, tre nuovi vini vinificati in purezza, espressione di un’ importante passo avanti dell’enologia italiana. La medaglia d’oro mi ha riempita di orgoglio ma  il nostro successo è frutto di un lavoro di squadra, un progetto che viene da lontano, nato nel 2005 con il supporto e la collaborazione di un’azienda americana, una consulenza enologica importante ma soprattutto ispirato ed attuato da mio marito Fabrizio Ceccotti, che si basa su un metodo di vinificazione che prevede per l’uva vendemmiata e selezionata manualmente, un percorso nel tunnel di raffreddamento mediante l’immissione controllata di azoto liquido, dove la temperatura viene regolata intorno allo zero, in modo che l’uva non venga congelata e che quindi possa essere diraspata senza problemi. L’uso di questo metodo, ad oggi esclusivo della nostra Azienda, permette di conservare tutte le pecularietà positive del vitigno lavorato, mantenendo ed esaltando dello stesso tutti gli aromi e i sapori. Dopo le successive fasi di vinificazione, particolari per ogni tipo di vino, fatte tutte accuratamente da mani esperte come quelle di mio marito Fabrizio, si passa all’affinamento delle botti in cantina, per un minimo di quindici mesi per il Merlot e dodici per il Friulano e il Sauvignon. Il risultato finale sono dei grandi Vini che hanno impresso le peculiarità dell’uva da cui derivano”.

Come mai si è trovata a lavorare in un ambiente spesso retaggio maschile?

“Guardi, la mia è stata una scelta di cuore. Sono figlia d’arte, mio padre Alfieri vide con passione la peculiarità di questi luogo; infatti l’Azienda si trova nei Colli Orientali del Friuli, una fra le Denominazioni d’Origine di pregio del Friuli Venezia Giulia, in una delle più belle zone collinari che abbracciano l’Abbazia di Rosazzo. Mio padre acquistò i terreni alla fine degli anni ‘60, proprio nell’epoca in cui la viticoltura e l’enologia friulana iniziavano a far parlare di loro e la sua lungimiranza lo portarono a credere ed investire su queste colline diventate nel tempo famose e grazie all’entusiasmo di allora e all’attaccamento delle tradizioni l’azienda vanta ora 54 ettari tutti coltivati a vigneto. Direi che questa è la prima scelta di cuore, ho preso questo incarico “maschile”, anche se nata e cresciuta in vigna, con l’intento di farla crescere nella tradizione e la mia seconda scelta di cuore è lavorare quotidianamente con mio marito Fabrizio, che conduce l’Azienda con attente e oculate scelte innovative; io segue l’aspetto commerciale e amministrativo, mentre Fabrizio si impegna nella produzione, nella vendemmia e nella vinificazione. Abbiamo seguito una filosofia per ottenere vini sempre più personali , rispettando accurate lavorazioni in campagna che, unite a sofisticate tecniche di vinificazione, portano l’Azienda a produrre vini di particolare pregio, oggi la produzione annuale è di circa 130.000 bottiglie, apprezzati sui mercati nazionali ed internazionali”.

Cantina Cantarutti

Cantina Cantarutti

I nomi dei suoi vini sono molto particolari…

“Sono nomi ideati da me, ispirazioni del momento su cui rifletto, ci penso e poi decido parlandone con Fabrizio, forse sono nomi che mi ricordano la famiglia, mio padre, favole, ricordi… Canto – Poema – Terre di Rosazzo Scacco al Re – Carato – Solivo – Prologo – Ronco San Michele”.

Anche se giovanissima, Antonella Cantarutti lo può fare un bilancio come imprenditrice?

“Vede, per me questo è il mondo, il mio mondo, un luogo magico, immerso nella natura e nel verde, fatto di parole e pensieri, ma anche di silenzio, io amo il silenzio, di viaggi mai intrapresi ma solo immaginati, di sogni, quasi impalpabili, nuvole d’aria che definiscono  ogni pensiero, come infinite sono le emozioni che siamo in grado di provare davanti al risveglio della natura, nelle sue mille declinazioni. Il momento che sono con mio padre è il silenzio della cantina, un momento intimo, pieno di nostalgia, ma anche di esempio, dove sento profumi da lontano, conosciuti, familiari, che mi fanno sorridere perché mi trasportano in un batter d’occhio nelle emozioni della mia infanzia, fragranze che rimangono associate per sempre nella mia memoria”.

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