Domenica 7 maggio il museo di arte contemporanea Madre ha aderito alla V edizione delle Invasioni digitali, iniziativa dedicata alla promozione del patrimonio culturale attraverso il digitale ideata nel 2011 da Marianna Marcucci e Fabrizio Todisco. Come? L’idea è quella di organizzare un percorso che parta da un’opera, all’interno del museo, e che si snodi poi per tutto il quartiere San Lorenzo. Alla guida di questo percorso troveremo l’artista autore dell’opera.
I partecipanti alla visita guidata (da qui in poi li chiameremo “invasori”) hanno il compito di condividere la propria esperienza sui social, allo scopo di diffondere velocemente e a macchia d’olio le bellezze del nostro patrimonio artistico. Un progetto che ha, dunque, lo scopo di creare un vero e proprio ponte di collegamento tra arte e tecnologia, tra artista e visitatore e che vede i social network come una opportunità di comunicazione culturale di facile accesso per tutti. Non a caso il motto dell’edizione 2017 recita “Culture has no boarders”, ossia “la cultura non confini”.
L’opera prescelta per avviare l’invasione di quest’anno è stata l’installazione “Via Settembrini”, dell’artista napoletana Marisa Albanese, realizzata appositamente per il museo Madre. Questa si compone di un video e di due plastici che richiamano alla planimetria dell’area del quartiere. Nel video sono mostrati fogli e fogli di carta, ricavati per lo più da pagine di cataloghi, che si sollevano e si ricompongono e che simboleggiano lo stratificarsi della cultura che è proprio della nostra città e, soprattutto, del quartiere San Lorenzo, entro il quale si inserisce il museo, che si rende, dunque, promotore del diffondersi di questi diversi intrecci tra antico e contemporaneo. Tali stratificazioni si fondono tra loro formando un’unica storia, che la Albanese cerca di raccontare attraverso un itinerario fatto di vicoli strettissimi, palazzi che quasi si appoggiano l’uno all’altro, graffiti, scritte sui muri, e abitanti del quartiere che guardano agli invasori con tanta curiosità ma senza alcuna ostilità (cosa che, tra l’altro, è perfettamente in linea con la storia della nostra città). L’opera dell’artista napoletana, dunque, non solo non si pone in contrapposizione con il contesto storico artistico entro il quale si inserisce, ma riesce a trasmettere l’idea di un’arte che appartiene a tutti e che può essere vissuta quotidianamente, anche solo passeggiando tra le strade della propria città e aguzzando un po’ più la vista.