Processo ad una strega, antichi drammi moderni

by Danilo De Luca
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Processo ad una strega

Nella tarda serata di ieri, tal Bianca, fattucchiera del Pallonetto a Santa Chiara, è stata giustiziata con la pena del rogo dopo che il Santissimo Tribunale dell’Inquisizione l’aveva giudicata, al di là di ogni ragionevole dubbio, colpevole di in aver ucciso, mediante veleno, Gennaro il marmoraio con lo scopo di sacrificarlo al demonio. Si è così concluso, con grande soddisfazione del popolo, il processo ad una strega.

Con questa rappresentazione, appunto titolata Processo ad una strega, svoltasi sabato 24 giugno nel cortile del Maschio Angioino, il teatro Il pozzo e il pendolo ha inaugurato la sua stagione estiva.

Processo ad una strega, il dramma

Numerosissime le comparse in costume d’epoca che hanno messo in scena un processo per stregoneria, tipico del XVII secolo, che, come le fonti documentali e letterarie testimoniano, si caratterizzava per l’impiego di testimoni compiacenti, l’uso di confessioni estorte con la tortura e l’intimidazione della difesa. Come chiaramente evidenziato nello spettacolo, tali processi si poggiavano sul principio che dovesse essere l’imputato a discolparsi dalle accuse, quasi sempre prive di fondamento. E così, gli addebiti, che nel corso dello spettacolo hanno anche fatto sorridere le centinaia di spettatori presenti, per l’assurdità del loro contenuto (es. parlare con il demonio, volare di nascosto, gettare il malocchio), stavano drammaticamente alla base delle terribili condanne capitali.

Bianca, la giovane donna accusata di stregoneria, paga con la vita l’essersi innamorata di un uomo già sposato, morto tra le sue braccia mentre ella provava a curargli la febbre alta con medicamenti artigianali. Come lei, tantissime donne e tantissimi uomini sono stati puniti per condotte di vita non canoniche, mai sanzionate per esse stesse in quanto tali, ma sempre col pretesto di combattere, sotto i vessilli della Giustizia, ben altre deviazioni, di cui quelle sarebbero state indice e sintomo.

Processo ad una strega

Il palco. Foto Livenet News

Il protagonismo delle folle inferocite, le accuse infondate e le sentenze dettate da pregiudizio verso l’imputato, benché definitivamente bandite dai codici di procedura della gran parte degli Stati moderni, costituiscono comunque la principale tentazione che solletica l’opinione pubblica, soprattutto in costanza di reati che feriscono particolarmente la coscienza sociale. Ottimo termometro di questo fenomeno sono i social, sui quali si incontrano testate giornalistiche frettolose nel condannare gli imputati, capipopolo che invocano la legge del taglione e masse scontente dei principi garantistici che regolano le cause nostrane. Processo ad una strega, dunque, al netto degli specifici addebiti mossi alla protagonista (tuttora possibili in alcuni paesi del mondo), mantiene ancora un forte valore di denuncia e monito.

Processo ad una strega, lo spettacolo

Ha fatto da palcoscenico dell’opera Processo ad una strega l’intero cortile del Maschio Angioino, percorso più volte dalle tantissime comparse, partecipi della folla inferocita, tra le centinaia di spettatori. Su un apposito palco, allestito di fronte alle sedie sulle quali hanno preso posto gli ospiti, si è invece esibito l’ensemble strumentale e vocale Musica Reservata, che ha amplificato le emozioni suscitate dalle brillanti performance dei protagonisti.

Nel cast: Marianita Carfora, Antonello Cossia, Bruno Minotti, Andrea De Rosa, Ramona Tripodi, Peppe Romano. Tra i figuranti Adriana D’Agostino, Flavia Carenne, Annalisa Ciriello, Carlo Gambardella, Giuseppe Maria Serio, Camilla Russo, Fabio Todisco, Paolo Rivera, Marco Opromolla, Mattia Opromolla, Massimo Corvino, Francesca Alviggi, Raffaela Alviggi, Elisabetta Abbattista, Sara Savastano, Marco Amodeo, Federica Grosso, Angelo Serpe, Riccardo Maio, Annalisa Ragni, Augusto Neri, Gaetano Agrelli, Valeria Bassolino, Susanna Giordano.

Processo ad una strega

Processo ad una strega ha ricevuto il patrocinio morale dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli.

Per le foto, si ringrazia l’ufficio stampa de Il pozzo e il pendolo

 

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