Da Ruoti a Napoli, rotta della cultura di un tempo, il ricordo dell’architetto Pisanti

by Regina Claudia Chiodi
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Giuseppe Pisanti in una foto d'epoca

Il 16 giugno l’associazione “Recupero Tradizioni Ripresi” organizza una mostra fotografica e convegno dedicati all’architetto Giuseppe Pisanti, evento che si colloca nella serie di attività organizzate dall’associazione per celebrare personaggi illustri di Ruoti.

Un’intera giornata di rievocazione e ricordo: alle ore 11:00 la mostra dedicata, allestita in Salita Giuseppe Pisanti e sulla strada verso l’abitazione natia dell’architetto Pisanti rappresentazione rievocativa “Scene di vita di un tempo”. Si prosegue fino alle ore 18:00 per il convegno nella sala consiliare del comune di Ruoti con la collaborazione di istituzioni, storici  e tecnici dell’architettura.

La manifestazione è stata realizzata con il patrocinio morale  di diversi comuni ed istituzioni, tra cui il comune di Ruoti (PZ), Potenza, Picerno (PZ) e di Napoli e della IV municipalità di Napoli,  inoltre, è stata finanziata dall’associazione Ruotese di Buenos Aires in  Argentina.

Una manifestazione che vede il coinvolgimento di due regioni attigue, Campania e Basilicata, ricordando i viaggi degli artisti di un tempo in cui Napoli si collocava al centro dei tour di tutta Europa. L’architetto Pisanti, infatti, nato a Ruoti, sì trasferí a Napoli per studiare e conseguire, poi, laurea in Architettura, collocandosi nella scuola degli architetti Napoletani e svolgendo importanti opere in tutto il meridione..

Collaboratore e discepolo del maestro Enrico Alvino, Giuseppe Pisanti ha svolto attività di docenza presso il collegio militare della Nunziatella e presso l’accademia di Belle Arti, ma soprattutto gli si devono numerose opere, tra cui i prospetti dell’Accademia di Belle Arti, il restauro della facciata del Duomo di Napoli, il progetto di Masaniello a piazza Mercato, il monumento ai martiri in piazza dei Martiri, tanto per citarne alcune tra le più importanti.

Il ricordo e le celebrazioni di personaggi come Pisanti servono a mantenere vivo nella mente di ciascuno di noi l’orgoglio di un mezzogiorno d’Italia legato ad un fermento culturale ed economico che ancora oggi dovrebbe animare e coinvolgere ciascuno di noi. In un epoca di crisi e disagi, riuscire a fermarsi per strada ad osservare un monumento dovrebbero essere i ricordi quotidiani che insegnano il rispetto delle nostre città.

Scrisse di lui Francesco De Fusco: “Nel mattino del 28 novembre del 1913 un maestoso corteo si muoveva dalla Chiesa S. Giovanni Battista, volgarmente detta S. Giovaniello, tenuta dalla Congreca  dei Professori  di Belle Arti, e, per le vie di Santa Maria di Costantinopoli e di Foria, si dirigeva silenzioso e solenne, al cimitero di Poggio Reale.[…].

Era l’ultimo tributo di onore e di affetto alla salma di un uomo che, venuto a Napoli – la – Capitale dalla provincia, era vissuto col cuore sempre in alto, lontano da ogni basso intrigo, ed aveva saputo conquistare col suo genio un posto eminente fra gli architetti dei suoi tempi, facendosi proclamare, per unanime consenso, maestro nell’arte sua che adorava”.   

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