In questi ultimi giorni sono state due le notizie importanti per la dolorosa vicenda dell’agghiacciante assassinio di Vincenzo Ruggiero. La giornata del 4 settembre ha visto, dapprima, presso il Tribunale del Riesame di Napoli, nell’aula 215 innanzi al Collegio B, l’avvocato Dario Cuomo, difensore di Ciro Guarente, il reo confesso assassino di Vincenzo Ruggero, ritirare la richiesta di scarcerazione del suo assistito e, successivamente, la notizia che la procura di Napoli Nord, diretta dal pm Francesco Greco, sarebbe pronta a chiedere la misura cautelare per altre due persone, entrambe napoletane ed entrambe coinvolte nell’omicidio del giovane Vincenzo.
In base alle indagini, infatti, si presume che le due persone possano essere state coinvolte da Ciro Guarente nelle fasi successive all’assassinio, per farsi aiutare a occultare i resti del corpo del ragazzo.
La Procura di Napoli Nord già da tempo sospetta che De Turris non fosse l’unico complice e che, quindi, Guarente avesse avuto bisogno e beneficiato dell’aiuto di altre persone per occultare il corpo di Vincenzo.
I due nuovi indagati sarebbero seguiti da tempo dagli inquirenti che sono arrivati sulle loro tracce attraverso i tabulati telefonici dell’ex militare della Marina Ciro Guarente, gli stessi tabulati telefonici che, precedentemente, hanno consentito al pm di procedere alla custodia cautelare nel carcere di Poggioreale nei confronti di Francesco De Turris, accusato di avergli procurato l’arma.
Il 51enne pluripregiudicato in passato non si era mai macchiato di un reato così grave e non era legato alla criminalità organizzata; avrebbe però, secondo la ricostruzione dei carabinieri di Aversa diretti dal tenente Flavio Annunziata, in qualità di amico del Guarente, procurato la pistola al 35enne, e gli avrebbe anche consigliato il calibro migliore, un 7,65 anziché un calibro 22 come quello richiesto inizialmente da Guarente.
Le identità dei due nuovi indagati, infatti, sarebbero emerse tra le svariate telefonate che Ciro Guarente, subito dopo aver ucciso Vincenzo, presumibilmente in cerca di aiuto per occultarne il corpo, avrebbe fatto a persone di sua conoscenza.
Si tratterebbe, difatti, di due persone di Ponticelli, quartiere d’origine di Guarente, di cui si fidava e a cui avrebbe chiesto aiuto. Nei loro confronti sarebbe stato aperto un fascicolo parallelo. L’ipotesi di reato è favoreggiamento: “avrebbero aiutato Guarente a far sparire il corpo di Vincenzo”.
Ed è sempre grazie alle indagini e ai frame delle telecamere esterne dello studio privato ubicato di fronte all’appartamento di via Brancaccio ad Aversa, dove, il 7 luglio è avvenuto il delitto, che Guarente è stato incastrato. Senza quei frame Guarente probabilmente l’avrebbe fatta franca: entro pochi giorni sarebbero stati cancellati essendo caricati su un disco rigido.
L’avvocato Dario Cuomo potrebbe chiedere il rito abbreviato
L’avvocato Dario Cuomo, difensore di Ciro Guarente, il 4 settembre, solo dopo aver visionato gli atti dell’indagine della Procura di Napoli nord avrebbe deciso di rinunciare alla sentenza del tribunale del Riesame.
Ma, visto il modus operandi del Guarente, la sua lucidità mentale nel portare a termine ciò che aveva largamente premeditato, era stato naturale chiedersi quali fossero stati, il 31 agosto, invece i motivi avanzati dell’avvocato per puntare su di una linea difensiva basata sul riconoscimento della semi infermità o infermità mentale del Guarente.
La notizia non è tardata ad arrivare: sembrerebbe che l’avvocato, nonostante il ritiro della richiesta di scarcerazione, attualmente punterebbe ad utilizzare un verbale della commissione ospedaliera della Marina Militare che certifica lo spostamento del Guarente dal settore militare a quello civile con questa motivazione: «Il paziente Guarente risulta affetto da stress ansioso depressivo tale da individuare un disadattamento alla Forza Armata».
L’avvocato avrebbe intenzione di tentare il tutto per tutto dopo la chiusura delle indagini, infatti, sarebbe sua intenzione chiedere il rito abbreviato per il suo assistito e con il rito abbreviato, dunque, Guarente potrebbe evitare l’ergastolo. Una strategia difensiva che però fa a pugni con il modus operandi ipotizzato dagli investigatori dell’omicidio Ruggiero, lucido e calcolato.
Il parere della criminologa Alessandra Sansone consulente della difesa della famiglia di Vincenzo
La criminologa consulente della difesa della famiglia del povero Vincenzo Ruggiero, in un’intervista a “Il Ventiquattro” ha dichiarato che la richiesta di rito abbreviato da parte della difesa di Ciro Guarente rappresenta, comunque, una scelta obbligata anche se crede che l’infermità mentale sia una strada molto tortuosa e difficilmente percorribile. La premeditazione, i futili motivi e l’efferatezza con la quale Vincenzo è stato ucciso crede abbiano poche attenuanti.
Alla domanda sul rapporto tra Heven e Guarente ha risposto: “Non mi risulta che i due si fossero lasciati. La gelosia può nascere sicuramente ma tra la Grimaldi e Vincenzo c’era un’amicizia vera e null’altro. In questo caso non ci sono attenuanti. E aggiungo, la sera prima del delitto la ragazza era a Bari”.
Le telecamere della rete nazionale
Il 13 settembre, alle ore 21,00 su RAI 3, il programma “Chi l’ha visto?” si è occupato della vicenda di Vincenzo Ruggiero.
Il caso è stato trattato da Ercole Rocchetti, inviato del programma, che ha ricostruito la terribile vicenda di questo delitto.
In questi ultimi giorni la troupe della nota trasmissione, ha effettuato le riprese dei luoghi dove si è consumato il delitto, i posti frequentati dalla vittima e dal carnefice, intervistando familiari ed amici di Ruggiero.
Nell’intervista fatta alla mamma di Vincenzo, Maria Esposito, è emerso in modo travolgente il dolore di non avere ancora le parti mancanti del corpo del povero Vincenzo.
Perché, in tutta questa vicenda, la cosa più atroce è comunque l’incapacità di poter dare alla famiglia di Vincenzo Ruggiero la possibilità di poter avere la libertà di poter piangere in pace e sfogare il proprio dolore.
La mamma di Vincenzo sta ancora aspettando non solo di conoscere tutta la verità, non solo che giustizia sia fatta, ma anche che l’intero corpo di suo figlio venga ritrovato per poter procedere alla funzione religiosa per le onoranze funebri.
In un suo sfogo, durante la fiaccolata fatta a Ponticelli, affermava: “non vedo l’ora che la testa di mio figlio venga ritrovata, che il resto del corpo di mio figlio venga ritrovato perché io mio figlio lo voglio tutto e non solo una parte perché io, dopo le esequie, me lo porto a casa”. Si spera tanto che venga fatta chiarezza al più presto e che tutte le persone anche lontanamente coinvolte siano smascherate agli occhi di tutti.
Ed è nella speranza che venga fatta chiarezza su ogni piccolo tassello che Maria Esposito, nell’intervista, ha lanciato un appello agli abitanti di Ponticelli, affinché, chiunque abbia visto qualcosa a Ponticelli, anche qualcosa di insignificante, in forma anonima ed attraverso qualsiasi canale, abbia la volontà di portarlo a conoscenza e la coscienza di voler aiutare.
Non solo le diverse comunità del posto sono rimaste esterrefatte ed addolorate da questa agghiacciante vicenda, tutti sono rimasti sconcertati e, giorno dopo giorno, ad ogni nuovo passo fatto dalle indagini, c’è solo la voglia di poter gridare a gran voce “giustizia!”.
Anche “Quarto grado” programma di Rete Quattro, venerdì 22 settembre, alle ore 21.15 si occuperà della vicenda di Vincenzo Ruggiero.
La lettera che ha commosso il web
Su Facebook il gruppo “Verità e Giustizia per Vincenzo Ruggiero” ha circa 1200 membri che costantemente fanno sentire la loro vicinanza e solidarietà alla famiglia di Vincenzo e a tutti quelli che chiedono a gran voce giustizia.
Del gruppo fanno parte anche la madre di Vincenzo, Maria Esposito, e i familiari del ragazzo.
L’amministratore della comunità virtuale, Gianni Bordoni, e i tanti amici di Vincenzo continuano a postare il loro personale ricordo di Vincenzo. In questa pagina, tutti scrivono lettere, frasi, poesie e parole d’amore nei confronti di Vincenzo Ruggiero, chi era suo amico e anche chi ha avuto modo di conoscerlo attraverso gli altri.
Tra le tante testimonianze una lettera di un ragazzo, Miky Coppola,amico di Vincenzo ha commosso tutti:
“Ciò che fa più male è l’essere qui nel doverti ricordare, è innaturale… insopportabile. Più passano le ore ed i giorni e più ci si rende conto di quanto male ti è stato fatto… su quante mani hanno violato il tuo corpo… non c’è un senso… una risposta… ti è stata tolta ogni speranza… ogni sogno… la possibilità di poter scegliere della tua vita. Vincenzo è un ragazzo ucciso in modo barbaro ed atroce… qualcosa che il solo pensiero fa paura… imperdonabile… non è un numero… non è la notizia clamorosa molte volte stupidamente riportata “ragazzo gay ucciso”… è semplicemente Vincenzo… un giovane ragazzo che in una maledetta sera di luglio un mostro ha deciso di porre fine alla sua esistenza… Vincenzo… è un figlio prima di ogni cosa che non farà più ritorno dai suoi genitori… non avranno più le domeniche in famiglia… i natali… compleanni ed onomastici… quando saranno tutti riuniti la sua sedia rimarrà vuota… inaccettabile per sua madre e suo padre… è un fratello che non avrà più altri momenti… chiacchiere… confidenze… risate…incomprensioni e qualche litigio dove finisce poi a riderci e a sfottersi sopra con i suoi fratelli… è un amico unico… speciale… fedele… prezioso… vero… leale…elencare le sue qualità è riduttivo… quando una persona muore solitamente si “santifica”… ma il fatto è che Vincenzo è davvero un‘anima delicata… buona… altruista… qualcosa di puro e di raro da lasciarti un grande calore dentro anche dopo averci scambiato due parole… e i suoi amici di una vita quelli con cui ha condiviso tantissimi momenti anni di amicizia fraterna ogni qualvolta si riuniranno mancherà un pezzo importante della loro vita… è amico di tutti… perché aveva per tutti un sorriso ed una parola buona… ora c’è un grande silenzio… un immenso vuoto incolmabile… Vincenzo resta ancora in mezzo a noi… perché senza di te il mondo fa veramente schifo!!!!! #iosonovincenzo”.
In questi giorni una frase, sempre scritta da Miky Coppola, ha colpito nell’anima chi conosceva Vincenzo, per gli amici Vincy, una frase che non poteva che commuovere perché chi lo conosceva sa che in queste parole è racchiusa la vera essenza di Vincy:
“Anima e cuore pulito… senza maschere e filtri… sapeva solo donare e lo rendeva felice senza volere niente in cambio… ” con un cuore ed una rosa in aggiunta alla fine della frase.
A qualcuno, che conosceva Vincy, la frase ha fatto commentare: “Si, lo riconosco, è proprio Vincy descritto alla perfezione”, perché questo è Vincy, questa è la sua essenza.
Perché, “nel ricordo e nelle testimonianze di chi lo conosceva Vincenzo era un puro di cuore, era un ragazzo di buoni sentimenti, ingenuo, che provava amore puro ed universale per il prossimo ed era facile, spontaneo ricambiare la sua capacità di amare”.