L’emergenza Rom a Napoli: dalla protesta di Poggioreale all’ipotesi Miano

by Redazione
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incendio campo rom scampia

A una settimana dal tremendo incendio di Via Cupa Perillo che ha distrutto il campo Rom di Scampia, diventa sempre più complessa a Napoli la situazione che vede protagonista la comunità Rom.

(foto: incendio al campo Rom di Scampia, Videoinformazioni)

Un agosto difficile da questo punto di vista, cominciato con la protesta degli abitanti di Poggioreale che hanno denunciato lo stato di “degrado, pericolosità e prostituzione minorile” in quella zona a ridosso del Centro Direzionale, cuore della city partenopea.

Nei giorni scorsi è stato invece smantellato sul nascere un nuovo campo Rom che stava sorgendo nella zona ex-Nato, IV municipalità. Anche in questo caso, la protesta degli abitanti contro il sorgere di nuove “baraccopoli” è radicata nel tempo.

Dopo l’esplosione del 27 agosto e le fiamme che hanno messo in ginocchio tutta l’area nord, costringendo gran parte della popolazione a non uscire da casa per i fumi tossici e i miasmi nauseabondi, continuano a essere spostati dall’amministrazione comunale i Rom presso l’Auditorium di Scampia, di ieri gli ulteriori 50 trasferimenti. “Un disastro annunciato” commenta l’amministrazione municipale guidata da Apostolos Paipais che sottolinea che da mesi l’ottava municipalità sollevava il problema della sicurezza dell’area.

Il prossimo tentativo in ordine di tempo è quello di spostare i Rom di Via Cupa Perillo – almeno 300 – nell’ex caserma Boscariello a Miano, ma anche in questa periferia nessuno è entusiasta di tale scelta.

«Apprendo con stupore da fonti giornalistiche che in queste ore l’amministrazione comunale starebbe vagliando l’ipotesi di trasferire i rom di Scampìa all’interno della caserma Boscariello di Miano. Pur ritenendo intoccabili le politiche dell’accoglienza e dell’integrazione, ritengo sia a dir poco mortificante la soluzione ventilata da Palazzo San Giacomo che, ancora una volta, andrebbe a ricadere su un’area della città da anni in attesa di centri di aggregazione, strutture sportive e più in generale occasioni di sviluppo». Lo dice in una nota Maurizio Moschetti, presidente della settima Municipalità, che aggiunge: «ricordiamo che le caserme dismesse avrebbero dovuto ospitare la Cittadella dello Sport, un sogno che stava per avverarsi per i residenti di questo territorio penalizzati da decenni di degrado e cattiva amministrazione. La notizia di queste ore ci riporta a tutt’altre prospettive, che nulla lasciano intravedere sul piano del rilancio dei quartieri a nord della città. Ancor più grave – incalza Moschetti – che, ancora una volta, la Municipalità, istituzione di prossimità e front office delle esigenze dei cittadini, venga ignorata da un sindaco e dalla sua giunta che si preoccupano di confrontarsi, se così si può dire, soltanto con le Municipalità a loro vicine. Una decisione del genere non terrebbe conto delle esigenze del territorio e aggiungerebbe degrado a degrado, negando ogni aspettativa di riqualificazione e incrementando il divario rispetto ai quartieri centrali. Affronteremo questa battaglia sotto il profilo istituzionale, a tutela del nostro territorio»

Parole ancor più difficili da digerire se seguono a quelle dell’ex Idv Franco Moxedano, che della giunta de Magistris ha fatto parte in qualità di Assessore al personale: «L’amministrazione comunale si è dimostrata, invece, distratta ed incurante della situazione igienica che vivono gli abitanti del suddetto campo. Il sindaco De Magistris, ed il suo movimento Arancione, ancora una volta si sono dimostrati incapaci di intervenire garantendo condizioni di vivibilità sia per i rom che per i cittadini dell’Area Nord di Napoli, peraltro lasciando inutilizzati 7 milioni di Euro per la costruzione del villaggio di accoglienza».

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