DAVIDE BIFOLCO: CARABINIERE CONDANNATO

by Redazione
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Davide Bifolco

Quattro anni e quattro mesi di reclusione: è questa la condanna inflitta al carabiniere ritenuto colpevole dell’omicidio di Davide Bifolco, il sedicenne (quasi diciassettenne) morto la notte tra il 4 e il 5 Settembre 2014 nel suo Rione Traiano, in periferia di Napoli. La condanna è stata più pesante di quella chiesta dal pm Manuela Persico che per la morte del ragazzo aveva chiesto una pena di 3 anni e 4 mesi.

DAVIDE BIFOLCO, L’ESITO DEL PROCESSO

L’ultima udienza si è svolta a porte chiuse, l’accesso all’aula è stato consentito solo ai genitori di Davide. Il carabiniere è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo e condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione, una pena più severa di quella richiesta dal pm ma che non accoglie le richieste dei legali della famiglia Bifolco che sosteneva la tesi dell’omicidio volontario. L’avvocato Anselmo, già legale dei Cucchi e legale dei Bifolco, in un’intervista riportata dal Mattino si dice “soddisfatto per l’esito della sentenza ma ricorda anche che “la famiglia è insoddisfatta dalla qualità delle indagini“.

Oltre alla detenzione, il carabiniere è stato interdetto per 5 anni dai pubblici uffici.

“GIUSTIZIA PER DAVIDE”, 150 IN CORTEO

Non è mancato, come in ogni passaggio della storia processuale – e non solo – il sostegno di amici e familiari del ragazzo, oltre ad altri manifestanti e appartenenti a diverse associazioni. Anche oggi, in occasione dell’ultima udienza, un corteo è partito dal Rione Traiano ed è arrivato all’esterno del tribunale. Circa 150 persone hanno formato un presidio nel piazzale Cenni, all’ingresso della struttura, al grido di “Giustizia per Davide”.

Si chiude così una delle storie più controverse della cronaca napoletana degli ultimi anni, che ha spaccato – per sua stessa natura – l’opinione pubblica. La verità processuale di oggi è destinata a descrivere, quindi, quello che è accaduto quella tragica notte che – opinioni a parte – ha segnato la fine della vita di un ragazzo neanche maggiorenne e ha compromesso inevitabilmente quella di un altro giovanissimo.

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