MARCO PANNELLA MORTO, IL GIORNO DEL RICORDO

by Redazione
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Marco Pannella (foto pagina Facebook)

Marco Pannella è morto. Ed è entrato per sempre nella storia italiana e della politica italiana. Ottantasei anni, Pannella da tempo lottava contro due tumori. Da tre mesi era costretto a casa, fino allo scorso mercoledì quando le sue condizioni si sono aggravate ed è stato costretto a ricoverarsi in una clinica romana (Nostra Signora della Mercede), ma da subito si era capito che il suo tempo stava per finire.

Indissolubilmente legato al simbolo dei Radicali, Marco Pannella è ritenuto (a ragione) simbolo della lotta per i diritti civili nel nostro Paese. Dall’aborto al divorzio, ricorrendo più volte allo sciopero della fame come mezzo estremo di protesta, Pannella ha prestato anima e corpo alle battaglie in cui credeva.

Pupia TV ricorda che negli ultimi mesi di battaglia, Pannella ha ricevuto gli attestati di stima e gli auguri del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le visite dei leader politici Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Proprio Renzi, con un commento rilasciato ieri, ricorda:

“Un grande leader politico, il leader radicale che ha segnato la storia di questo paese con battaglie talvolta controverse ma sempre coraggiose e a viso aperto. Rendo omaggio a nome mio e del governo alla storia di questo combattente e leone della libertà”

Il Desk – Quotidiano indipendente ricorda invece l’importante storia politica e personale di Giacinto Pannella di Teramo. Non solo le battaglie per aborto e divorzio, ma anche quelle per l’amnistia e contro il finanziamento pubblico ai partiti. Nell’articolo si legge:

“Fu il primo a denunciare negli anni ’70 la partitocrazia come la degenerazione del sistema rappresentativo in Italia, scoperchiando la sopraffazione della casta. Ma l’antipolitica di Marco Pannella non debordò mai nel giustizialismo”
e c’è anche un passaggio sulla vita privata dello storico leader radicale, diviso tra la compagna Mirella, figli “sparsi in gioventù in giro per l’Italia” e “uomini che ho amato tanto“.
Daily News 24, invece, decide di tracciare un profilo del “guerriero” che si definiva radicale, liberare, anticlericale, socialista, antiproibizionista, federalista europeo ed antimilitarista.
“Innovatore capace di resistere per decenni ai continui cambi di governo e di alleanze, tra i primi a comprendere il potere del simbolismo e delle azioni dimostrative , non vi è stato passaggio storico o politico , problema reale o teorico che Pannella non sia stato in grado di cavalcare da protagonista , protagonista per così dire , di una vita passata all’opposizione , una vita spesa in eterna minoranza, una vita politica variegata come poche , certo non si può dire di lui che sia mai stato un servo di partito o un cultore del compromesso a tutti i costi”.

MARCO PANNELLA “NAPOLETANO”

Agorà24 decide invece di ricordare Pannella attraverso i tanti attestati di stima e parole di commiato dei leader politici campani. Bene nazionale, certo, ma il leader radicale è legato a Napoli da un’importante esperienza amministrativa, da Consigliere Comunale negli anni ’80. Una scelta dettata anche dalla testimonianza di vicinanza di Pannella a Enzo Tortora, il popolare presentatore imbrigliato senza alcuna colpa (come dimostrerà la verità processuale)  nel processo sulla NCO di Cutolo. Quell’esperienza la ricorda bene il giornalista Gigi Di Fiore sulle pagine de Il Mattino. Il cronista ricorda, a chiusura del suo articolo, un politico talmente visionario e talmente “avanti” che già nell’83 immaginava una riforma delle aree metropolitane. Trent’anni e passa prima della trasformazione in città metropolitana della Provincia.

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