La pizza è patrimonio dell’Umanità Unesco

by Valeria Cristiano
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L’Unesco consacra la pizza: l’arte del pizzaiolo napoletano è patrimonio culturale dell’umanità. Ad annunciarlo su Twitter il Ministro Martina.

La pizza – dunque – è il settimo “tesoro” italiano ad essere iscritto nella Lista del patrimonio immateriale dell’Unesco. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014) – La passione per la pizza è diventata planetaria, con gli americani che sono i maggiori consumatori con 13 chili a testa mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 chili all’anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci, che con 3,3 chili di pizza pro capite annui chiudono questa classifica.

L’arte dei pizzaioli napoletani è il settimo “tesoro” italiano ad essere iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.

L’attesa

A Napoli la giornata è stata vissuta con attesa e trepidazione. Il Comune di Napoli era collegato tramite Skype con Seul, dove si attendeva al termine dei lavori la decisione del Comitato intergovernativo Unesco sulla proclamazione dell’Arte dei pizzaiuoli napoletani a patrimonio immateriale Unesco.

attesa pizza unesco comune di napoli

Una foto diffusa dall’ufficio stampa del Comune di Napoli della diretta con Seul

Ma l’attesa non era solo dei napoletani. Lo dimostra Dario Franceschini: il Ministro dei Beni Culturali in occasione della sua visita al primo forno dove storicamente si ritiene sia stata realizzata la pizza margherita, nel Giardino Torre del bosco di Capodimonte, a Napoli, ha affermato all’Ansa: “Ci siamo impegnati tutti per questo riconoscimento. Ci sono persone che non sanno nemmeno che la pizza è italiana – ha aggiunto – con questo riconoscimento servirà a stabilire che la pizza è napoletana”.

Insomma, sono passati circa 128 anni da quando Raffaele Esposito della pizzeria Brandi realizzò tre pizze per la regina Margherita coniando così il nome dell’alimento più conosciuto della cucina italiana nel mondo. A distanza di questo lasso di tempo, la pizza entra nel patrimonio dell’umanità. Con gioia e gaudio di tutti i maestri pizzaioli che in questi anni sono diventati ambasciatori dell’arte della pizza napoletana nel mondo, come Gino SorbilloAntonio Starita o i Coccia.

Si festeggia anche in America

Anche a Miami si è brindato alla proclamazione della pizza patrimonio dell’Umanità. La magia di Napoli Carmine Candito, Valentina Borgogni e Leonardo Scuriatti, i 3 ragazzi del ‘O Munaciello di Firenze, l’hanno portata a Miami. Tutto il fascino napoletano, le affascinanti contaminazioni, si riflettono nel locale, semplice ma ruspante, con le maglie di Maradona attaccate alle pareti, il forno a legn, caldo e accogliente per il pane fresco e fatto in casa, il bancone di mescita, come si usava una volta. Tre toscani che si fanno ambasciatori della pizza napoletana nel mondo, e attraverso la pizza della napoletanità: il primo impatto quando si entra nel loro locale, un angolo di Napoli tra le palme di Miami, colpisce per il fascino, con la qualità che esprime un percorso che coniuga la tecnica con il territorio.

munaciello miami

‘O Munaciello

La scelta si è già rivelata vincente, tanto che “O’ Munaciello” è subito entrato nella top ten dei migliori ristoranti di Miami. Da subito frequentato da attori, calciatori, gente dello spettacolo e semplici turisti, che sono disposti a fare lunghe file per poter assaporare le gioie del palato, ma anche della vista, che il locale offre.

Il mese scorso si registra la partecipazione di Valentina e Carmine ad un contest della Camera di Commercio italiana a Miami tra le 5 migliori pizzerie della città e ‘O Munaciello ha vinto come pizza più innovativa, data da una giuria di esperti del settore.

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