SafeCare24.com, l’assistenza sanitaria passa per un’app

by Federica Colucci
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Immaginate di aver bisogno di assistenza sanitaria o domiciliare per un vostro caro, anziano o disabile. Immaginate di dovervi affidare ad un estraneo per la cura delle persone che amate. Immaginate ora di poterlo fare avvalendovi di professionisti competenti e in totale sicurezza.

Ecco, è esattamente questo l’obiettivo di SafeCare24.com, la prima piattaforma Internet in Italia attiva 24 ore su 24, per chi ha bisogno di assistenza sanitaria e domiciliare per disabili e anziani e che presto sarà anche una comoda e pratica app per smartphone.

Giancarlo Arra di safecare24.com

Giancarlo Arra

L’idea di offrire un servizio in grado di garantire quella indispensabile affidabilità quando si attraversa un momento tanto delicato, parte da Napoli, e più precisamente da una start up figlia dell’incontro di due giovanissimi: “Abbiamo voluto lanciare Safercare24.com perché da esperienze personali, sapevamo bene quanto può essere straziante affrontare la malattia di un congiunto”, spiega Giancarlo Arra, 29 anni, napoletano, responsabile relazioni esterne dello SHRO di Philadelphia e cofondatore assieme al 30enne ingegnere triestino Riccardo Petelin del sito, “e abbiamo deciso che l’affidabilità dovesse essere il vero punto di forza di Safecare24.com”.

Il sito in effetti offre un vastissimo numero di contatti con cooperative e liberi professionisti del settore sanitario e assistenziale e soprattutto dà la possibilità di volturarne competenza e professionalità attraverso i feedback degli altri utenti: al terzo riscontro negativo, infatti, il professionista viene automaticamente cancellato dal sistema. Safecare24.com conta, a pochi mesi dalla messa on line, circa 2.500 cooperative presenti, 24.000 specialisti e circa 15mila utenti che si collegano al sito web ogni giorno con 150 contatti quotidiani che vanno a buon fine.

Il sito mette in contatto professionisti e utenti in tutta Italia ed è proprio questo aspetto a rivelare una strana anomalia: “Le richieste provengono da tutto il Belpaese”, spiega ancora Arra, “ma soprattutto dal Nord e non perché al Sud non si ricorra all’assistenza privata, anzi: qui dove l’assistenza sanitaria pubblica è meno presente, se ne ricorre forse anche di più che in altre regioni, ma nel Meridione lo si fa spesso in nero e questo non permette di analizzare il fenomeno nelle nostre terre, e, cosa ben più grave, comporta notevoli rischi per i pazienti poiché non c’è garanzia di certificazioni e affidabilità”.

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