LA TRINITÀ MAGGIORE DI GRAMAGLIA

by Comunicato Stampa
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All’interno del “contenitore culturale” situato al centro di Piazza Vanvitelli, la libreria – Mooks Mondadori Bookstore, ieri, è stato presentato il libro di Salvatore Gramaglia: “Calata Trinità Maggiore, 53. Memorie e storie di cinema e cinematografo a Napoli”. Prefazione di Giuseppina Scognamiglio, docente di Letteratura Teatrale Italiana all’Università Federico II di Napoli.”Calata Trinità Maggiore, 53″ di Salvatore Gramaglia, un testo che racconta un periodo fondamentale della storia della distribuzione cinematografica a Napoli, a partire dalla fine degli anni Cinquanta e fino alla metà degli anni Ottanta del secolo scorso; una storia che prende le mosse da una famosa strada napoletana, per l’appunto Calata Trinità Maggiore, dove erano allocate tutte le case distributrici di film non solo della Campania, ma di tutto il Sud d’Italia.

Si tratta di un lavoro di puntuale ricerca, caratterizzato pure da avvincenti ricordi giovanili, in cui Gramaglia costruisce con abilità un racconto non solo allo scopo di non disperdere memorie preziose, ma anche per comunicare e condividere alcune sue rilevanti esperienze di vita.

Calata Trinità Maggiore, testo breve ma ricchissimo di informazioni sul cinema o meglio sul “cinematografo”, secondo la definizione tanto amata dal grande Francesco Rosi; un testo sempre in bilico tra documenti storici, ricordi privati e personaggi reali, la cui narrazione si dipana attraverso l’efficace testimonianza del suo autore che ci tramanda la storia di quegli anni, pregni di vicende e di occasioni, come un segreto di famiglia.

Non si tratta di un’opera autobiografica né di un saggio storico, ma di una scrittura che cerca di sottrarre memorie importanti alla rapina di quello che solitamente viene definito il ‘tempo liquido’ di un’epoca”.

Introduce il dibattito Salvatore Gramaglia, aprendo il suo bagaglio di ricordi: “Calata Trinità Maggiore nasce dalla voglia di raccontare un momento del Cinema e della Cinematografia che ho avuto la fortuna di vivere nell’ambito della distribuzione. Un momento importantissimo per la città di Napoli, perché ha sviluppato lavoro attorno a questo settore, che aveva dato il via ad un mondo che non esiste più. Un mondo ubicato in una delle strade principali di Napoli, che va da Piazza del Gesù Nuovo a Via Monteoliveto: Calata Trinità Maggiore, dove c’erano tutte le case di distribuzione cinematografica. Napoli era da considerarsi il portale per il Sud Italia dello sviluppo del Cinema e del Cinematografo. Dopo l’invenzione dei Fratelli Lumière di quella macchina che consentì all’immagine in movimento di potersi sviluppare, un imprenditore di origini triestine, che aveva aperto un negozio di grammofoni, Mario Recanati, presso la Galleria Umberto I di Napoli, decise di commercializzare questa invenzione ed aprì la prima Sala cinematografica, la Sala Recanati”. L’emozione poi, prende il sopravvento, quando si accorge che tra i presenti c’è Roberta Angeloni, figlia di Salvatore Angeloni, che volle fortemente quello che è stato il cinema Empire a Napoli. Poi, l’augurio: Una legge regionale prevede, ora, la possibilità di ripristinare le antiche sale cinematografiche.

Cede la parola al giornalista, sociologo e critico teatrale Giuseppe Giorgio, che ama definire il lavoro di Gramaglia “un viaggio nella storia di quel trentennio che va dagli anni’50 agli anni ’80; un viaggio nella memoria, che attinge non solo dalle notizie storiche dell’epoca, ma dalla sua anima”. “Un viaggio nell’anima”, che gli ha dato l’opportunità – continua il giornalista e critico teatrale – di evocare dei ricordi, sia pure flebili, della sua infanzia. Ricorda la sua prima esperienza al cinema, in particolare al Metropolitan: “Tremila anime avvolte in una nube di fumo”. Ricorda le locandine storiche, come se le avesse tra le mani, le racconta con minuzia di particolari, proiettando tutti i presenti nell’atmosfera di un’epoca in cui Napoli primeggiava, scelta per i primi esperimenti di documentari dai Fratelli Lumière. Un libro quello di Gramaglia, che “resta perfettamente in equilibrio tra la storia, i documenti storici ed i ricordi dell’autore”. Un volume che si legge agilmente e con piacere, in poche ore. Una lettura nella quale si trovano le traccie di un cinema che ancora era sinonimo di cultura, di vita sociale, di grandi artisti, attori e registi.

Dopo l’excursus di ricordi, si proietta il filmato che mostra l’inaugurazione del cinema più grande del mondo, il Metropolitam, nel 1949.

Gramaglia propone in quest’occasione di realizzare a Napoli una cineteca.

Chiude la presentazione la professoressa Giuseppina Scognamiglio, che sottolinea un aspetto importante: Gramaglia non scrive un libro sul cinema a Napoli, bensì un libro dedicato alla distribuzione dei film, perché Gramaglia ha vissuto l’esperienza lavorativa in questo settore e, a buon diritto, può parlarne. Recuperare la memoria per dimostrare quanto Napoli sia stata sempre “avanti”. Ricorda anche Lei la Sua infanzia: il palazzo nel quale ha abitato con Suo nonno, presente sulla copertina del libro di Gramaglia. Suo nonno che aveva uno stabilimento tipografico molto importante, lavorò per Benedetto Croce, che divenne Suo amico e realizzò l’Annuario per il rettore Ernesto Pontieri, grande professore ordinario di Storia alla Federico II. Amico, dunque, della “Intellighenzia” napoletana. La Sua memoria intima e familiare a questo punto s’intreccia con quella di Gramaglia, di cui ammira il fatto di raccontare anche la storia di persone comuni. Cita Pirandello che nella novella “I Pensionati della Memoria”, ci ricorda che noi non moriamo mai, fin quando ci sarà qualcuno che si ricorderà di noi. È la scena di un film, i personaggi rivivono. Un mondo antropologico. La professoressa Scognamiglio non esita a dire che Napoli è sempre stata capitale, ad esaltarne le glorie e ad invitarci a non cedere al disfattismo di cui siamo spesso vittime. Eduardo de Filippo diceva: “Napule è ‘nu teatro antico, sempre apierto. Ce nasce gente ca senza cuncierto scenne p’ ‘e strate e sape recità”. Esempio sono i suoi studenti, che frequentano il Master di II livello in Drammaturgia e Cinematografia all’Università degli Studi di Napoli Federico II , coordinato dal critico letterario e saggista italiano, Pasquale Sabbatino. In occasione dell’evento “Futuro Remoto” di quest’anno, in Piazza del Plebiscito, essi sono stati applauditi a scena aperta per un testo teatrale scritto ed interpretato da loro. Questi ragazzi stimolati, come dichiara entusiasta la professoressa, hanno reso. Un fragoroso e sincero applauso sigla una serata in cui non è stato presentato solo un libro, ma nella quale si è potuto riflettere sulle grandi potenzialità del popolo napoletano, che merita di riscattarsi e di recuperare la fierezza dei tempi di cui parla Gramaglia.

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